Anche quest’anno come sempre, il Salone del Mobile è stato evento di successo intenso e significativamente ricco di spunti per i 40.000 visitatori che hanno voluto presenziare a Milano la scorsa settimana. Meraviglioso e scenografico è come per il passato, incubatore di spunti e innovazioni rilevanti non solo per gli operatori del settore arredo e complemento ma anche per i professionisti che operano nella filiera edilizia/immobiliare.

 

L’energia che si respira durante la settimana dedicata è una sensazione coinvolgente che evidenzia gli sforzi del comparto che si impegna a superare le difficoltà della crisi economica e promuove il proprio prodotto nel mondo, alla ricerca di nuovi mercati. Attraverso le innovazioni e le rivisitazioni di materiali, le nuove forme e i colori, anno dopo anno, le proposte sono sempre più ricche, cosmopolite e tecnologicamente avanzate.

 

Per questo motivo è estremamente interessante anche per il professionista immobiliare presenziare con lo scopo di sintonizzare e sensibilizzare commercialmente la propria operatività, verso quelle caratteristiche nuove che influenzano le aspettative dei potenziali fruitori di abitazioni dei prossimi anni.

 

Solo qualche anno fa Il Salone era frequentato per la maggior parte da operatori provenienti da tutta Italia, con una incidenza inferiore al 24% proveniente dall’Europa e, solo un 3%, proveniente dal resto del mondo. La lingua diffusa nei vari padiglioni era quasi esclusivamente l’italiano; la lingua inglese era privilegio di pochi commerciali, presenti unicamente in qualche mega stand di brand ultra consolidati.

 

Negli ultimi due anni invece, la situazione si è decisamente invertita. I visitatori provengono per il 70% da ogni parte del mondo; hanno abitudini e tradizioni abitative differenti e parlano lingue di paesi lontani. Quest’anno ogni stand ha predisposto uno specifico settore dedicato all’export, con personale selezionato, qualificato e disponibile a supportare le esigenze scaturite da una domanda che formula richieste in forma nuova.

 

Riscontro inoltre che, mentre qualche anno fa il salone era frequentato per la stragrande maggioranza da un pubblico prevalentemente maschile oggi, la frequentazione femminile, raggiunge una percentuale che si aggira attorno al 50% della totalità dei visitatori.

 

L’analisi di questa tendenza mi è utile per evidenziare come anche per le abitazioni, il cambiamento della tipologia dei clienti o potenziali tali sia un dato da analizzare con maggiore attenzione e in tempi brevi e richieda l’allineamento delle caratteristiche del prodotto immobiliare alle aspettative, di questi stessi nuovi clienti. Studiare le esigenze della nuova clientela straniera è un dovere per comprenderne le richieste, le abitudini, gli standard dimensionali, le caratteristiche funzionali e dei servizi, in accordo con gli attuali parametri internazionali.

 

Allo stesso modo, l’incremento della presenza femminile interessata al settore mi suggerisce riflessioni diverse da quelle che avrei potuto fare nel passato. Le donne che fino a qualche anno fa, determinavano un certo atteggiamento rivolto esclusivamente alla scelta delle finiture interne di una proprietà, oggi si inseriscono nel percorso di acquisizione/definizione immobiliare con un ulteriore peso. Maggiori aspettative di qualità, di servizi, di organizzazione e precisione, indirizzate a soddisfare esigenze ben delineate.

La richiesta di una chiara individuazione degli ambienti, di una definita predisposizione degli spazi e dello stile e sicuramente, una richiesta tecnologica rivolta ad ottimizzare la modalità di gestione delle loro attività quotidiane.

 

Solo qualche anno fa, il settore dell’edilizia ispirava e trainava il settore dell’arredo e complemento. Oggi è per me vero il contrario.

 

Arredo e design avanzano più velocemente nella corsa allo sviluppo dei nuovi mercati e sono vetrina d’orgoglio per il nostro paese; tecnologia ed estetica made in Italy per definire i nuovi spazi e per intrecciare queste nuove relazioni commerciali, con preparazione e determinazione offrendo servizi nuovi, ritagliati sulla misura di un certo tipo di clientela.

 

Al secondo posto purtroppo arriva l’edilizia, settore tradizionalmente più ricco e consolidato ma attualmente troppo rigido e poco propenso ad affrontare il cambiamento indispensabile ad attrarre clientela proveniente dall’estero. Ciò che vorrei riscontrare il più brevemente possibile è un’attenzione maggiore verso chi proviene dall’estero o comunque verso chi richiede immobili con caratteristiche rispondenti a precisi standard internazionali. Un’attenzione maggiore da rivolgere verso chi potrebbe scuotere positivamente gli attuali valori di mercato e far crescere la domanda.

 

Maria Laura Pirovano

 

18 Aprile 2016